L’8 febbraio scorso, il Pontificio Collegio Nord Americano di Roma ha ospitato una serata organizzata da EWTN sul tema “Attraversando il Tevere: storie di conversione odierne”, che è servita a evidenziare quali sono i percorsi spirituali personali che conducono alla Chiesa cattolica. Le storie presentate hanno sfidato il comune equivoco della conversione come fatto isolato, rivelando invece un viaggio di tutta la vita segnato da dedizione quotidiana e da un rapporto in continua evoluzione con il divino.

La conversione spesso nasce da esperienze condivise come un impegno perpetuo piuttosto che come un evento trasformativo improvviso. È un’odissea esistenziale che richiede introspezione, determinazione e un dialogo continuo con la propria fede.

Cronache di rinascita spirituale

Anna Raisa Favale, regista e sceneggiatrice italiana il cui lavoro si estende dal teatro ai documentari e alla letteratura, ha condiviso come le crisi personali l’abbiano portata a una comprensione più profonda della felicità e della presenza di Dio nella sua vita. I suoi sforzi creativi, sia nelle carceri che nei campi profughi, sono radicati nella sua crescita spirituale. Attualmente, sta riversando tutto il suo talento narrativo in un film di fantascienza pro-vita, oltre a essere prossima al lancio negli Stati Uniti di un libro di fiabe per bambini incentrato sulla vita dei santi.

“Sono credente sin da quando ero bambina – ha raccontato la Favale – e conversavo con Gesù all’età di sei anni. A sedici anni, ho scoperto i miei talenti ed ho deciso di dedicare la mia vita a diffondere il Vangelo attraverso di essi. Il mio impegno era totale; ho consegnato la mia vita a Dio, credendo di averGli donato tutto. Tuttavia, la mia fede è stata duramente messa alla prova quando la mia vita e i miei piani hanno iniziato a sfaldarsi. A New York, mentre dirigevo un piccolo canale televisivo cattolico e affrontavo sfide personali e professionali, mi sono chiesta cosa volesse Dio da me.”

“Questo periodo di sconvolgimento mi ha portato a una conversione più profonda – ha continuato -. Mi sono resa conto che la mia fiducia in Dio era più debole di quanto pensassi e che la mia disponibilità a rinunciare al controllo era limitata. È facile smettere di idolatrare le cose cattive, ma la vera sfida è non idolatrare nemmeno le buone, come una vocazione o l’amore. Ho imparato che la vera felicità non sta nel raggiungere traguardi specifici ma nel trovare gioia solo nella presenza di Dio”.

Riflettendo sul suo viaggio, la Favale ha poi detto: “I miei anni recenti, in particolare l’ultimo anno e mezzo, sono stati come una traversata del deserto, che mi hanno indicato la felicità nello stare in compagnia di Dio. Questa conversione quotidiana riguarda il lasciare andare i nostri piani e fidarci completamente in Lui, senza mettere in discussione la Sua volontà.”

Sul suo approccio alla conversione e alla fede, ha quindi notato: “La conversione non riguarda solo il cambiare gli altri; è trasformare noi stessi. Coinvolge la sfida alle nostre debolezze e il fidarci che Dio ci userà per scopi più grandi. La libertà di rinunciare al controllo e fidarsi pienamente del piano di Dio è una forma profonda di liberazione”.

L’adorazione eucaristica nel percorso di un seminarista
William Robbins, un seminarista da Beaumont (Texas), ha condiviso il suo cammino, puntellato anche dall’impegno politico, dalle radici luterane a una coinvolgente vocazione cattolica. La sua storia, in particolare, è stata segnato da incontri significativi: l’impegno costante di una suora domenicana, un ritiro per adolescenti che ha cambiato la sua vita e commoventi esperienze eucaristiche. Tutti questi momenti, intrecciati a delle prove personali, lo hanno spinto dapprima verso la Chiesa cattolica e, infine, alla scelta di diventare sacerdote, una decisione rafforzata dalla ricerca della verità e da una serena fiducia nella chiamata divina.

Robbins ha sottolineato il ruolo dell’adorazione eucaristica nella sua vita seminaristica, alla stregua di un rifugio per la contemplazione nel mezzo dei rigorosi studi teologici: “Seduto nella Cappella dell’Adorazione prima di un’elezione, ho pregato per un segno. Quando ho perso, l’ho interpretato come una indicazione divina a entrare in seminario”.

Riflettendo sulla sua esperienza e sul perché altri potrebbero sentirsi chiamati al sacerdozio, Robbins ha quindi osservato: “Nei miei dialoghi con altri seminaristi, emerge un tema costante: la ricerca della verità e un senso di pace. La Chiesa cattolica offre una chiara dichiarazione di verità e una pace eccezionale che affonda le radici nella nostra identità di figli amati di Dio”.

Dall’agnosticismo alla devozione

Infine, è stata la volta di padre Michael Baggot, professore aggregato di Bioetica a Roma e docente presso il Catholic Worldview Fellowship, che ha raccontato nei dettagli la sua odissea spirituale dal dubbio alla fede cattolica, caratterizzata da una lenta evoluzione intellettuale ed emotiva.

Padre Baggot, inizialmente, trovava conforto nell’indipendenza, ma questa venne interrotta da interrogativi esistenziali che richiedevano risposte. Il suo cammino verso la fede ebbe inizio con l’immersione nella bellezza del Creato, dietro cui intravedeva la mano divina. Ma a spingerlo sempre più verso il cattolicesimo fu la curiosità, l’impegno accademico e il cambiamento personale, che lo portarono a una profonda consapevolezza del suo posto all’interno della Chiesa: “Mentre affrontavo i dubbi e i pregiudizi contro la Chiesa cattolica, ho scoperto una chiarezza e una verità che si allineavano con le mie indagini più profonde intorno alla vita e alla spiritualità”.

La sua ricerca lo ha quindi portato a confrontarsi con le opere di giganti del pensiero come Sant’Agostino e San Tommaso d’Aquino.. Un punto di svolta significativo nel suo viaggio di fede fu l’opera “Il Cristianesimo così com’è” di C.S. Lewis, che determinò una radicale revisione delle sue convinzioni.

L’essenza della preghiera e della condivisione in comunità

Le storie di conversione condivise hanno sottolineato l’essenza del silenzio e della preghiera, illustrando il loro ruolo come canali per discernere la voce divina in mezzo al caos della vita. Inoltre, il prezioso sostegno della comunità di fede si è distinto come elemento fondamentale per questi percorsi spirituali, fornendo nutrimento e direzione attraverso l’intricato labirinto della credenza.

In sintesi, l’evento “Attraversando il Tevere” ha raffigurato la conversione non come un incidente isolato, ma come una ricerca personale continua. Il mosaico di narrazioni svelate quella sera ha servito come un invito convincente a forgiare un legame quotidiano con il divino, alimentando una trasformazione interiore verso le virtù universali del bene e della verità.

Le “Roman Nights” sono una serie di incontri organizzati dall’EWTN Vatican Bureau che mira a riunire persone a Roma per riflettere su temi legati alla fede nel mondo contemporaneo. L’obiettivo di queste serate è quello di promuovere il dialogo su temi che intrecciano vita e spiritualità, ospitando storie e riflessioni di personaggi chiave del panorama cattolico.